Ogni giorno abbiamo consulti con persone che vivono male il loro corpo, muovendosi in modo disastroso.

Ci sentiamo vicini a chi ci racconta del dramma che sta vivendo per questo problema, che spesso è un sommerso che presenta il conto quando ormai è troppo tardi, e magari abbiamo buttato energie e denaro in cose inutili.

Un caso veramente disperato in cui ci siamo imbattuti l’anno scorso e che abbiamo preso a cuore è quello di Rosa, che ringraziamo per averci permesso di rendere pubblica la sua recensione.

Quella che segue è la sua storia insieme a noi, del percorso che l’ha portata a conoscere la “Movement Awareness”, della nostra presa di responsabilità e degli effetti che ha avuto su di lei:

 

“Ho meno di 50 anni e con mio marito abbiamo la passione per il Trekking e le gite in montagna.

Circa cinque anni fa, una storta durante il Trekking mi ha impedito di continuare il percorso, interrompendo ad entrambi (e tutto il gruppo) la passeggiata. La caviglia risultò fratturata e io dovetti stare a riposo per qualche mese.

Successivamente la fisioterapia, pagata profumatamente, per riprendere l’andatura e la possibilità di mettere peso sulla caviglia.

Ma niente, non sono mai riuscita in svariati anni a tornare a camminare quanto facevo prima.

Dopo qualche tempo, un ortopedico mi disse che avremmo potuto risolvere con infiltrazioni e onde d’urto, massaggi e esercizi mirati.

Ero un po’ scettica… dopo aver ricevuto tante delusioni… ma allo stesso tempo ero anche così giù di morale che avevo bisogno di fidarmi di qualcuno.

Così iniziammo il percorso, dispendioso e noioso… che purtroppo per me fu l’inizio della fine.

Non solo non migliorò la situazione camminata, ma non poter più muovermi come ero abituata nonostante il dolore, a causa delle indicazioni sul riposo, mi rendevano ancora più insofferente di prima e aumentarono pure i dolori. Così nel giro di pochi mesi mi ritrovai a non poter più fare manco un chilometro a piedi né in bici.

Ho le convulsioni dal pianto solo a ripensarci.

Mi avevano detto che avrei avuto nuovamente il movimento che avevo perso.

Mi avevano detto che avrebbero provato in tutti i modi a non operarmi né a fare niente di invasivo.

Mi avevano detto che dopo qualche seduta avrei potuto iniziare a tornare a muovermi e seguire i miei hobby.

Furono mesi terrificanti:

Da un lato cercavo di sopportare i dolori che sentivo lungo tutta la gamba, tra caviglia mezzo morta e coscia sempre più debole

Dall’altro odiavo la sensazione di essere un peso che impediva ad altri di perseguire un hobby comune

Inoltre non sopportavo di avere problemi sul lavoro dovuti alla mia poca mobilità.

Alla fine di quel periodo di profonda tristezza arrivò però il vero colpo di grazia.

Ricordo perfettamente quando decisi di sbattere in faccia al medico che non solo non ero migliorata, ma che la situazione mi stava facendo anche mettere su peso e togliendo energie.

Ero praticamente senza speranza, dopo mesi di inattività non era migliorato praticamente niente

“Dovrà rinunciare al trekking, non c’è modo di riprendere l’utilizzo del piede corretto, salvo operazione, che non è detto risolva”

Ma come, tutto quel costosissimo laser? Ci dispiace, ma non è andato a buon fine.

E le dolorose infiltrazioni? Ci dispiace, sembra che non sia stato sufficiente per risolvere.

E allora cosa posso fare? Ci dispiace, ma dovrà rinunciare al trekking e a stare in piedi per più di un’ora. Per tutta la vita.

Ero arrabbiata.

Ero talmente arrabbiata che a pensarci uscivano le lacrime.

Mi sentivo impotente e sopraffatta.

Ero anche confusa perché non sapevo davvero cos’altro potessi fare.

Mi sentivo come in fondo ad un pozzo dove l’unica possibilità era abbracciarsi le ginocchia e piangere. Ma non volevo arrendermi e per caso, su internet, ho scoperto che esisteva un Personal Trainer che non aveva paura di promettere cose incredibili.

Parlava di movimento, di calibrazione motoria, di igiene del movimento… l’ennesima fregatura pensai.

Impossibile.

Da Biologa, pensavo che il Personal Trainer fosse un tizio che a malapena parla italiano, tutto muscoli e poco cervello. È già tanto che sappia cosa è il Ciclo di Krebs, figuriamoci se con le competenze per risolvere un problema che manco fisioterapisti e medici hanno risolto.

Ma per me, in quella situazione di profonda tristezza, valeva la pena almeno tentare… cos’altro avevo da perdere?

Così ho chiamato e ho preso un appuntamento per un consulto gratuito e… quello che è successo successivamente può essere considerato un miracolo!

Ricordo bene tutto quanto: accoglienza meravigliosa, mi sono sentita subito ascoltata e capita, una approfondita anamnesi, fotografie e una professionalità che non avevo mai trovato altrove.

Poi, quando Stefano mi disse che si sarebbe preso la responsabilità di impostare un percorso per provare a riprendere la situazione, proponendomi per altro una formula “Soddisfatti o rimborsati”, anche se non riuscivo a crederci al 100%, ricordo che iniziai nuovamente a sperare…

Realmente il percorso era strano. Imparavo volta per volta a convivere con il dolore, lavorando in maniera davvero strana, senza fare esercizi tipici della palestra, ma semplicemente rimanendo in piedi, muovendo le braccia e camminando ma, soprattutto, respirando.

Passarono poche settimane e dovetti stare, per lavoro, parecchie ore in piedi. Alla fine della giornata avevo solo un leggero fastidio, e non sentivo il peso della giornata.

E dopo ormai anni, passai la mia prima notte a dormire profondamente e l’indomani fu una gioia immensa! Dopo anni, mi svegliai senza alcun dolore.

Su indicazione di Stefano, che mi prese l’appuntamento, mi rivolsi alla Dottoressa Francesca per alcune sedute di Agopuntura. E il fastidio divenne solo una serie di episodi sporadici, un miracolo rispetto a intere giornate sotto antidolorifici.

Dovevo ovviamente fare attenzione ma, finalmente dopo anni, camminare e stare in piedi senza avere paura di non potermi muovere!

Potevo dirlo perché l’avevo provato su me stessa: avevano davvero fatto un “miracolo”!

Rispetto a tutti i posti che avevo visto prima, Oppo Personal Wellness Solutions® ha un approccio diverso.

Questo sistema mi ha permesso di arrivare alla soluzione del mio problema, che altrove sembrava impossibile da risolvere, come se fosse una passeggiata: con molta fiducia e in relativamente poco tempo!

Non avevo mai trovato un posto così, organizzati e super efficienti ma allo stesso tempo umani e amorevoli con chi ha bisogno di un’attenzione in più come me.

Adesso che è trascorso ormai quasi un anno devo ammettere che la mia vita è migliorata tantissimo, mi sento più bella e più sicura, e andare in montagna, anche se sporadicamente, non è più solo un sogno.

È meraviglioso poter godere nuovamente la vita e quello che il mio corpo mi offre ogni giorno.”

Rosa.

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